Mnemonic Garden





La nuova scelta pittorica consequenziale di Christiana Protto, si configura alla pari della sua precedente esperienza installativa d'ambiente, in un painting assembly strutturata con  differenti tipologie culturali e formali. Questo campo d'azione dell'artista è concepito in un'essenziale campitura iconografica coloristica tonale e concerne una contaminazione di    origine e stile contrapposto o in dialettica corrispondenza.  E' in parte un susseguirsi evolutivo dei suoi drawings del suo precedente iter progettuale Tao Ke Rui de Riji - Tao Ke Rui's Diaries, presentato presso Yannan Art Institution, a Hangzhou in Cina, nel 2008, e sotto il titolo pasqua cinese, presso change + partner habitat concept contemporary art, a Bracciano, nel 2009. Il tessuto semantico fluttua ed esamina l'aspetto antropologico, intimista e psicologico, introdotto da una venatura di matrice impressionista e simbolista, che converge in una predisposizione verso la cultura orientale.
Questo suo interesse specifico verso orientamenti linguistici culturali, è stato assorbito nel tempo dalle sue ricerche appassionate di studi sinologici, supportati dal lungo soggiorno nell'importante residenza artistica a Hangzhou in Cina tra il 2007 e il 2008.


La sua pittura è una stratificazione multiculturale di linguaggi e orientamenti in relazione associativa che imprime una resa formale dall'impatto emotivo raffinato, nostalgico e spontaneo. Una trasposizione riguardo lo studio iconografico sulla Natura Morta, dalla tensione onirica surreale. Il suo intervento è un Ornament Mnemonic
dell'inconscio, lirico, accentuato da stesure pittoriche informali e da gestualità espressionista mantenuta nell'attualità tramite l'equilibrio o lo squilibrio calligrafico della forma disegnata, sia astratta o sia figurata al tempo stesso, quasi in un automatismo segno-grafico. Un automatismo derivato dai suoi precedenti abstract drawings del '94, presentati a Frankfurt e documentati all'interno della sua pubblicazione personale Potting On del 2003.

Un segno-grafico già presente all'interno degli antecedenti drawings rèfusès. Questi ultimi drawings solo dopo anni sono stati riadattati e rielaborati in un nuovo assemblaggio propositivo. Un collage e giardino mnemonico che esamina il proprio vissuto quotidiano, orientato a interpretare e analizzare in forma quasi terapeutica psicanalista, il riciclaggio del suo inventario collezionato nel tempo. Archivi documentati relativi a oggetti, scritti, immagini, memorie: medium artistico connotato nel tempo dall'artista stessa, mediante un approccio di procedura temporale, determinata dalla differente realtà sociale e geografica che la origina. "... m'interessano molto le immagini di nostalgia, che aprono lo spazio privato per un mondo esteriore idealizzato. ... come nei koan dello zen la soluzione deve essere spontanea. ... continuo a dipingere giardini di tipo cinese in questo senso - e nel giardino si riflettono paesaggi" Christiana Protto, giugno, 2011. La tonalità cromatica fluida della campitura a sfondo, in grigio argenteo, a colore più livido non ben definito, accentua maggiormente la caratterizzazione atemporale metafisica di una spazialità astratta, introspettiva e analitica.
Questo suo viaggio articolato negli interstizi di un molteplice esame stilistico, coinvolge aspetti e intromissioni di differente registro culturale e formale. Introduce inconsciamente un' atmosfera riflessiva paesaggistica, romantica e atemporale, che accenna al ricordo di John Constable e di William Turner. A sua volta, assorbe, integra e riunisce aspetti strutturali formali di differente sensibilità, tra cui: l'astrazione informale lirica di artisti come, Georges Mathieu, Wolf, Cy Twombly, il riduzionismo minimale e seriale, l'espressionist Gesten informale di Hans Hartung, e il più minimale di Pierre Soulages.
E poi ancora, dialoga con le azioni situazioniste di Arnulf Rainer, il calligrafismo, il simbolismo figurato metafisico di Giorgio Morandi, una devianza dada di Kurt Schiwitters o più surreale di Henri Michaux. Una visione strutturale aperta quella di Christiana Protto, in dialettica reale con le più vive e attuali ricerche della contemporaneità del presente.


La proprietà di questo iter operativo mantiene una coordinata e connotazione già generata nel precedente lavoro installativo dell'artista: la non sempre finitura dell'intervento o atto artistico. Si evolve e matura in stati e fasi successive o sotto_poste in un continuo iter strutturale progressivo, determinando così un'arte che oscilla e interloquisce assieme a una prassi casuale di eventualità, sia nell'intervento operante in un campo di superficie limitato come quello della campitura pittorica, sia nell'intervento operante in una più vasta e articolata situazione, come quello della sua produzione environmental installation.
L'ornamento mnemonico nella sua catarsi e slittamento conseguente si sensibilizza ed evolve in una poetica dell'assenza e dell'attesa. Si dirama in un possibile scenario e itinerario, e assume la sembianza metamorfica del paesaggio, che accoglie la sua personale astratta ikebana, composta dal germoglio e primogenitura di un ricordo mnemonico accanto al relitto non sempre ben identificabile, in un frammentato ambiente onirico dell'inconscio. Trasposizione futuribile di un paesaggio idealizzato, in corrispondenza al celebre dipinto su tavola del 1410, da lei preferito, "Paradiesgaertlein (Il giardino del paradiso)", presso la Staedel in Frankfurt, città dove lei stessa risiede.
Gran parte di queste sue ultime opere prodotte, dalle dimensioni ridotte, impresse su materiali variabili, a tratti integrati tra loro come nei suoi abituali collage ambientali installati, ne sono la testimonianza di esempio esplicito. Tela, legno, carta, cartone, stoffa damascata e tessuto plastico, sono risolti nel suo traveling studio, in approcci tecnici coloristici tonali, dall'acrilico o dalla gouache, con titoli che confermano la predisposizione per un'essenza zen a questi motivi: baum (albero), traum (sogno), landschaft (paesaggio), sturm (tempesta), plate (piatto), garten (giardino), großes stilleben (grande natura morta), silbergarten (giardino argenteo). Un giardino interiore dimora del proprio intimo vissuto per addentrarsi nel suo privato habitat - orto mnemonico.

Roberto Annecchini, 2011
Mnemonic Garden,
Christiana Protto – Return to Go and other options
Frankfurt am Main, 2011






Christiana Protto's consistent new artistic direction builds on her previous experience with the environmental installations, a carefully composed painting ensemble with various cultural and formal typologies. This field of activity of the artist is conceived in an essential form of iconographic painting of color and tone and concerns the interaction of origin and style either opposed or in dialectic harmony. It is in part a natural successor to the drawings of her previous project Tao Ke Rui de Riji - Tao Ke Rui's Diaries, presented at the Yannan Art Institution in Hangzhou, China in 2008, and under the title pasqua cinese (Chinese Easter) at change + partner habitat concept
contemporary art in Bracciano in 2009. The semantic fabric flutters and examines the anthropological, intimist and psychological aspect, introduced by a hint of an Impressionist and Symbolist background, which converges in a predisposition towards Oriental culture.


Christiana Protto developed a specific interest in language and culture during her intense research of Sinology, supported by her long stay at the prestigious artists' residence in Hangzhou in China from 2007 to 2008.
Her paintings are a multicultural stratification of languages and associations that informs a formal return from the refined, nostalgic and spontaneous emotional impact.
A transposition in terms of the iconographic study of natura morta (still life), from the surreal oneiric tension. Her intervention is a mnemonic ornament of the unconscious, lyrical, accentuated by informal artistic sketches and Expressionist gesture kept in the present by means of the calligraphic balance or imbalance of the created form, both abstract and figurative at the same time, almost in a kind of automated series of graphic
symbols.






An automatism deriving from the artist's abstract drawings of 1994, presented in Frankfurt and documented in her book Potting On (2003). A graphic symbol that was already present in her previous drawings rèfusès.
It was only after years that these last drawings were readapted and revised in a new propositional ensemble. A collage and mnemonic garden, which examines her own experience of daily life, seeking to interpret and analyze almost as a psychoanalytical therapist the recycling of her inventory, collected over the years.

Documented archives relating to objects, written works, pictures, memories: an artistic medium connoted in time by the artist herself, by means of a temporal approach determined by the different social and geographical reality that informs her and thus the work.
"... I am very interested in images of nostalgia, that open up the private space to an idealized outside world. ... as in the koans in Zen Buddhism, the solution has to be spontaneous. ... I will continue painting Chinese-style gardens in this sense - and
in the garden we contemplate landscapes" (Christiana Protto, June 2011).
The fluid chromatic tone of the background paint, in silvery-gray, ill-defined when a more livid shade, accentuates more the timeless metaphysical characterization of an abstract, introspective and analytical spatiality.

This journey, articulated in the interstices of a highly varied stylistic examination, involves various cultural and formal aspects and interventions. It unconsciously introduces a reflective landscape atmosphere, romantic and timeless, that calls to mind John Constable and William Turner. In turn, it absorbs, integrates and reunites various formal structural aspects, such as: the informal Lyrical Abstraction of artists including Georges Mathieu, Wolf, Cy Twombly, minimal and serial Reductionism, the informal Expressionist gestures of Hans Hartung, and the highly Minimalist work of Pierre Soulages.

Moreover, it enters into dialog with the Situationist actions of Arnulf Rainer, Calligraphism, Giorgio Morandi's metaphysical figurative symbolism, Kurt Schwitters' Dadaist deviance or the more Surrealist works of Henri Michaux.

Christiana Protto's vision is an open structural one, in real debate with the latest and most topical research into the contemporaneity of the present.
The ownership of this working process maintains a coordinate and connotation already generated in the artist's previous installation, namely, the fact that the intervention or artistic act is not always completed. It evolves and matures in states and phases, successive or subordinate, in a continuous, progressive structural process, thus determining an art that oscillates and intervenes together with random
eventuality, both in the active intervention in a limited surface field, such as that of the artistic painting, and in the active intervention in a broader and more pronounced situation, such as that of the artist's creation of environmental installations. In its catharsis and resulting shift, the mnemonic ornament attains awareness and evolves into the poetics of absence and waiting. It branches off into a possible scenario and path, and assumes the metamorphic semblance of the landscape, which welcomes its personal abstract ikebana, which is composed of the new shoot and the birthright of a mnemonic memory next to the relict, which is not always easily identifiable, in a fragmented oneiric world of the unconscious. The feasible transposition of an idealized landscape, in correspondence with the celebrated painting of 1410, the artist's favorite, "Paradiesgärtlein (Garden of Paradise)", located at the Städel in Frankfurt, the city in which she lives. Many elements of her latest works, from the reduced dimensions, stamps on various materials, in places integrated between them as in her usual collages/environmental installations, are explicit examples of this. She uses canvas, wood, paper, cardboard, damask and plastic in her traveling studio, adopting technical approaches for her use of color and tone, such as acrylic and gouache, and giving her works titles that confirm her predisposition for a Zen essence with the following motifs: baum (tree), traum
(dream), landschaft (landscape), sturm (storm), plate, garten (garden), grosses stilleben (large still life), silbergarten (silver garden). An interior garden, abode of her own inner experiences enabling her to enter her private habitat - mnemonic garden.

Christiana Protto